Templates by BIGtheme NET
  • Pummarola meccanica

    Cirillo, Della Notte e Beneventano sono famiglie napoletane di diversa estrazione sociale, ma unite dalle stese paure e solitudini. I loro destini si incrociano in una mobilitazione generale fatta di affetti, sogni, bugie, riscatti; ma in fondo cercano - come tutti - forse solo un po' di felicità. Per raccontare questo circo umano sempre in bilico tra blasfemo e devozione... Leggi tutto
  • "Il dio inquieto. Elogio di Diego Armando Maradona"

    Io sono Diego. Ho visto ragazzi fuori e ragazzi dentro e ragazzi uscire da dentro e andare fuori. Ho visto palloni dentro ma hanno detto che erano fuori e palloni fuori che invece erano dentro...
    ... Leggi tutto
  • L'Odio. La banlieu napoletana

    Dalle banlieue parigine al Bronx napoletano Lanzetta racconta le periferie dell'anima come nessun altro sa fare. Con passaggi di vera e propria poesia brutta, sporca & cattiva, come un blues dolente strimpellato alla luna... Leggi tutto
  • 1
  • 2
  • 3


"SOGNANDO L'AVANA"


Lo scoppio di una bomba apre uno squarcio sulla vita di alcune famiglie di Ponticelli, periferia degradata di Napoli. In un desolato caseggiato vive Dora, una giovane e bella ragazza, che di notte lavora come cubista in una discoteca, ma sogna di fuggire a Cuba con Andrea, il suo fidanzato. La sorella Giacinta è, invece, dedita al sesso sfrenato, ovunque e con chiunque, un modo come un altro per riempire la sua vuota vita. Nello stesso palazzo convivono altre famiglie, le cui storie s’intrecciano: c’è la signora Capece, con suo marito Don Ciro e quattro figli maschi, tutti belli e desiderati, e la signora Imbriani, vedova e madre di Elio e Vito, due gemelli poliziotti, uno corrotto e l’altro onesto. La vita vera e disperata di questi e altri protagonisti corre parallela con la recessione economica, le elezioni del Capo dello Stato e del Papa argentino, la crisi dei partiti politici, in un crescendo che racconta l’Italia di oggi, di cui quel condominio della periferia di Napoli diventa la metafora più cruda e reale.

Peppe Lanzetta - "Sognando l'Avana"

ISBN 978-88-97121-82-4
Collana L'Arcobaleno
Formato 13x20
Pagine 176
Prezzo: €15,00

ACQUISTALO CLICCANDO QUI!

 

 


Quel “pasticciaccio brutto” che è l’Italia ai tempi di Lanzetta

 

di Paola D’Agostino

 

“Prima si diceva che a Napoli c’era l’arte di arrangiarsi, Napoli ultimo baluardo pasoliniano, etc. In realtà Napoli è diventata come tutto il resto del Paese” – dichiara Peppe Lanzetta in una recente intervista al TG3.

 

E di fatto in questo suo nuovo libro, Sognando L’Avana (edizioni CentoAutori) è più che mai chiaro che il Bronx di Lanzetta non è più una riserva di specie endemiche, esclusive dell’hinterland partenopeo. Dai tempi del Messico napoletano molte cose sono cambiate, anzi degenerate, ed è ormai l’Italia intera quella che si vede riflessa nello specchio (neanche più deformante, uno specchio e basta!) di un condominio di Ponticelli, alla periferia di Napoli. Che ricorda, per ambientazione, atmosfere, uso del vernacolo, Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana di Carlo Emilio Gadda. Solo che ai tempi di Gadda non c’era Berlusconi e neppure Grillo, e la dittatura non veniva dalla TV, che qui come ovunque da almeno vent’anni fa da prologo ed epilogo ad ogni avvenimento. È il nostro ventennio, non meno complesso e illogico di quello del romanzo di Gadda.

 

Oggi, a Ponticelli, Lanzetta inventa un condominio di comari e disperati come metafora di un Paese alla deriva. Una sorta di delirio post-atomico, lo definisce lui. Una bomba scoppia all’improvviso e mette in moto indagini e inciuci, la cui ricostruzione diventa una sorta di autopsia o diario pubblico degli ultimi anni, assurdi, della vita politica italiana nonchè, e di conseguenza, delle vite private di ogni singolo abitante dello stabile. “Le elezioni politiche di febbraio sconquassarono il già precario equilibrio del condominio del rione Incis a Ponticelli. [...] La gente era smarrita, aveva perso i punti di riferimento. Non si fidava della Chiesa e dopo quello che era successo con il Papa a maggior ragione. La sinistra non c’era più, c’era un’accozzaglia di volti sempre quelli, sempre gli stessi, elefanti che da trent’anni occupavano comode poltrone che non intendevano mollare. La crisi aveva dato la mazzata finale: la gente era all’esasperazione. Anche quelli che avevano creduto a Berlusconi camminavano con fare dimesso e testa china. Per non ammettere di aver sbagliato, davano la colpa a Monti. [...] Ma la scossa andava data e il Movimento Cinque Stelle volò.” E ancora: “Quel condominio era Napoli. Era l’Italia. Che urlava all’Europa: Per favore non fateci affondare.”

 

Ogni voto dato o venduto, nel condominio Incis, racconta una storia di disagio, di inadeguatezza, di stratagemmi per sbarcare un lunario che è anche affettivo ed esistenziale, e mai solo economico, frutto di una “mutazione antropologica” stanata e disegnata dal pittore Lanzetta con certi dialoghi efficacissimi che ricordano il teatro di Eduardo. Mentre qualcuno, per non affondare, sogna l’esilio volontario verso altri Paesi e altri sistemi di governo in cui il Dio denaro non sembri l’unico idolo rimasto. Cuba, per esempio.

 

Per concludere, trovo doveroso dire che Peppe Lanzetta è grande amico mio, il che potrebbe togliere credibilità ad ogni mia riflessione sui suoi libri. Ma quando c’è di mezzo l’arte, l’amicizia è sempre un effetto, mai una causa. Ad ogni modo, per dimostrare la mia imparzialità di giudizio, citerò anche l’unico difetto che ho trovato nel libro: un editing più accorto avrebbe potuto potenziare la consecutio temporum trasformando qualche passato prossimo o remoto in trapassato. Ma è un dettaglio che non disturba la lettura. Del resto come disse, e bene, il compianto Bevilacqua citato nella fascetta dell’editore, “Peppe Lanzetta è un narratore che ha i fuochi d’artificio nel sangue.” Ed è incontenibile, come l’urlo che deposita in questo romanzo. 

 

Paola D’Agostino ha imparato a camminare intorno al 1975 e da allora non è più tornata a casa. Al momento sosta a Lisbona. Ha pubblicato certe cose, altre invece le tiene per sé. Prima o poi suonerà la fisarmonica.

Cerca

Novità