Non si sa che città troverà mercoledì 21 il presidente Berlusconi quando qui vi sarà la prima riunione del Consiglio dei ministri.
Gli aggettivi potrebbero essere tanti o potrebbero non bastare per delineare i contorni di una parte di Libano con in mezzo un Vesuvio che dorme.
Una città offesa in ogni suo diritto, dove anche le parole fanno fatica a comporsi per diventare frase compiuta. E chi aveva voglia di parlare preferisce stare zitto e aspetta la sera per farsi tramortire dai programmi televisivi sapientemente dosati sulle varie reti, che ora hanno ahimè imparato a sciacallare anche i ragazzini in nome di audience che cannibalizzano tutto e il contrario di tutto.
Ma la falla della città di Napoli arriva anche a bucare il video o il suo palinsesto per cui accade che il film televisivo (o fiction che dir si voglia) di Maurizio Zaccaro dal titolo accattivante “OProfessore”, con un Sergio Castellitto nei panni di un professore che si spende per recuperare giovani vite alla devianza, venga annunciato e poi non mandato in onda.
Per la precisione la fiction (standoai trailers pubblicitari della rete ammiraglia Mediaset) sarebbe dovuta andare in onda martedì 20 e mercoledì 21 maggio.
Senonchè qualche accorto dirigente Mediaset si sarà accorto all’ultimo momento (quattro giorni prima della messa in onda) che questo matrimonio tra il Professore e la città di Napoli era meglio non farlo. O non farlo in questo momento. Cose normali, avvicendamento appunto di palinsesto. Ma si da il caso che i protagonisti della fiction siano dei giovani ragazzi che hanno messo l’anima in quel lavoro. Li hanno tenuti sul filo fino all’ultimo e poi la beffa di far passare i trailers e annullare la messa in onda.
Qualcuno avrà detto: vabbe’, i napoletani sono abituati a tutto, sopporteranno anche questo. E sia. Ma non ci vorrebbe delicatezza a maneggiare sensibilità di ragazzini di 13 o 14anni? Suvvia, un pò di decoro. Non è carne da macello che può essere sacrificata solo perché un dirigente rincoglionito avrà deciso per il meglio (per l’azienda naturalmente).
Mi piacerebbe che ad accogliere il presidente ci fossero anche questi straordinari giovani attori che sognavano di vedersi in televisione. E con la faccia di una città che non ce la fa più potessero urlare “mo’ basta!”.
Peppe Lanzetta
"La Repubblica"
19/05/08